LA FOTOGRAFIA


Mi sono ricordato di averti dimenticata.
Ma oggi, aprendo un cassetto pieno di cose della vita raccolte, abbandonate e mai buttate via, mi è finita tra le mani una vecchia foto in bianco e nero con noi due. Eravamo giovani, io più di te di qualche anno. Io sorridevo anche se il mio cuore soffriva, tu inerte. Ero giovane e coglione, altrimenti non mi sarei innamorato di te.
Eri bella, non c’è dubbio, mi piacevi da morire e ti desideravo come solo un giovane con gli ormoni impazziti può desiderare. Tra l’altro scopavi malissimo, come se fossi in tanatosi, anorgasmica, ma ero innamorato, un vero coglione.
Volevi cambiarmi, cambiarmi il carattere, il modo di essere e di pensare, per plasmarmi al tuo ideale di uomo. Ma con me era impossibile anche se ci ho provato. Che coglione, ma ero innamorato.
Mi lasciavi almeno due volte al mese con le scuse più assurde “per mettermi alla prova” così mi dicesti, poi. Ed io soffrivo come un cane perché ero innamorato, che coglione.
Dopo un anno mi si è accesa la spia del troppo pieno, ho saturato. E con il cuore in briciole me ne sono andato, non ero più un coglione e mi ero disamorato.
Ci sei rimasta malissimo, perché pensavi di aver vinto.
E’ durato un attimo, ho buttato via la foto, ho chiuso il cassetto e mi sono dimenticato di averti ricordata.




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