DESERTO


Il vento. Vento caldo che mi attraversa
Sole che lentamente si adagia sulla sabbia
Dune, ininterrotte, infinite, sconfinate, eterne, estreme.
Dune tremanti di calore riflesso danzano ritmi ancestrali
Ondeggianti come onde di un immobile mare

Dune che seppelliscono i nostri antenati, coprono città dimenticate
Popoli che le hanno calpestate, scomparsi, ora sono solo sabbia
Distese di verde sconfinate che vivono ancora nelle leggende tuareg
Miraggi, un nulla fisico, esaltante e pericoloso, incantesimo senza fine

Deserto.
Io lo sento l’odore del deserto? Chiudo gli occhi e respiro lentamente
Forse non lo sentirò, i beduini ed i cammelli me lo possono raccontare
Ombre che si allungano, luce ambrata su colore ocra
Solo gli spiriti che si aggirano non hanno ombra, ma lamenti silenziosi

Deserto, infinito, onde su onde di estesa sterilità
Deserto, infinito, fino ad incontrarsi con il cielo
Dalle lontane pianure della Giudea fino al centro delle rocce del pendio dell'Attica
E poi ancora e ancora, un mantra di polvere
Mi sento schiacciato dal nulla, ed il vento caldo mi attraversa

La maestosità di un mondo atavico che mi chiede rispetto
Guardo l’orizzonte e mi arrendo
Il sole lentamente si nasconde dietro le dune
La mia ombra mi abbandona, tornerà domani, lo so

Mi stendo sulla sabbia ancora calda e guardo il cielo
Nel buio veloce un nuovo deserto fatto di inchiostro e di stelle come granelli di sabbia
Due deserti mi avvolgono, materni, due insaziabili amanti
Momenti di profonda commozione, comunione con l’esistere

Il vento si è placato
Adesso sono io il vento tra le dune.




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